VIAGGIO IN UMBRIA
Progetto docufiction di Domenico Briguglio
Progetto docufiction di Domenico Briguglio
Nel 1786 J. Wolfgang Goethe giunse in Umbria, proveniente dalla Toscana. Al di là di quella classicità che cercava, vi trovò una cultura ricchissima di spunti, emozioni, stratificazioni, lì depositati nel corso dei secoli e testimonianze tangibili di una tradizione cristiana visibili nella devozione del suo popolo in ogni dove.
Ne scaturisce un affresco letterario unico che ancor oggi colpisce il lettore del suo diario di viaggio.
Può così prendere vita una affascinante visione anche della nostra Regione e delle sue meravigliose località che travalica il tempo e chiunque potrà sentire come sua…
Una visione resa possibile ed amplificata dalla prosa peculiare del grande scrittore tedesco capace, con la sua magia, di trasportarci sulle ali della fantasia, in un sogno ad occhi aperti la cui malia ed immortale fascino sono le mete da riprodurre nell’opera audiovisiva.
“Sono venuto al mondo a Francoforte sul Meno il 28 Agosto 1749 al suono delle campane di mezzogiorno.La costellazione era fortunata, il sole era nella Vergine, al culmine in quel giorno; Giove e Venere gli ammiccavano amichevolmente, Mercurio senza ostilità; Saturno e Marte indifferenti; solo la luna, quasi piena, esercitava la sua forza avversa con maggiore intensità perché entrata nella sua ora planetaria. Essa si oppose dunque alla mia nascita, che non poté succedere finché quell’ora non fu passata. Questi aspetti fortunati, a cui in seguito gli astrologi diedero molta importanza, possono ben essere stati causa della mia conservazione, perché per inabilità della levatrice io venni al mondo come morto, e solo con molti sforzi riuscirono a farmi vedere la luce.”
Ecco come il grande Johann Wolfgang von Goethe descrive la sua nascita: si notano, in queste poche righe la credenza in un destino già scritto, prefissato, ma ancor di più l’acuta consapevolezza di un compito difficile, ovvero un cambiamento radicale nella coscienza tedesca prima ed europea dopo.
Fortemente orientato, da vicende giovanili e familiari, alla ricerca dell’orma del divino nel segreto della natura si distinse, persino nel suo impegno nelle scienze naturali, per un approccio in netto contrasto con la voga imperante nel secolo dei Lumi (immerso in un clima materialistico e positivistico)dove la scienza si ergeva quasi a nuova religione.
Il suo animo inquieto lo spinse così a passare da un campo all’altro, fino a trovare la sua naturale dimensione nella letteratura.
Nel 1786 non sopportando più gravosi impegni politici, impostigli dal suo ruolo di ministro nel piccolo ducato di Weimar, decise improvvisamente di partire per l’Italia, un viaggio protrattosi per ben due anni che segnò un passaggio decisivo nella sua vita ed ispirazione.
Nel Belpaese, con l’Italia classica e le ricche vestigia di un medioevo che lo sorprese e di cui
s’innamorò perdutamente, trovò quella sintesi di natura ed arte, passato e presente,
spiritualità e sensualità a cui aveva sempre anelato, fattori che fecero rifiorire la sua
produzione poetica quasi scomparsa nel periodo di Weimar.
Lo scopo specifico della Puntata è quello di fornire un resoconto, quanto più preciso possibile,del viaggio di Goethe in Umbria con un doveroso antefatto, ovvero le circostanze, puramente emozionali, che lo indussero a lasciare improvvisamente Weimar e la decisione, altrettanto improvvisa, di visitare l’Italia, maturata grazie ai racconti che in gran copia gli aveva trasmesso il padre, nel Novembre 1786.
È una lettura attenta e dettagliata quella che ci conduce nell’Umbria di fine ‘700, dove alle vestigia dell’antichità classica si univa il nuovo fermento architettonico promosso dai papi nel corso del tempo e realizzato grazie all’impegno dei vari ordini rreligiosi e civili. Il grande scrittore rimase profondamente colpito dal “Cuore verde dell’Italia” in cui tutto quello che aveva sperato, bramato, idealizzato era a portata di mano.
Esplora quel territorio con una pienezza di sentimento già di romantica intensità..
Ma il suo sguardo indagatore, la sua curiosità intellettuale, la sua smania di scoperta non era ancora soddisfatta, i capolavori architettonici nel tessuto urbano delle città umbre, anche delle più piccole, frutto della presenza di genti e civiltà che sul suo territorio si erano avvicendate, la bellezza selvaggia e dirompente della sua natura in cui formidabili forze primordiali operavanoe tutti i fattori che hanno attratto i visitatori in ogni tempo, non potevano non avere una saldapresa nella sua fertile immaginazione.
Spoleto Duomo
Perugia
Onde raggiungere gli scopi del progetto si è scelto d’adottare la docufiction quale formanarrativa, in modo da poter utilizzare la sua acclarata facilità di ricezione da parte di qualsiasi fruitore. Infatti la docufiction nella sua esposizione s’avvale di scene recitate, interventi di esperti settoriali, inclusione di immagini, documenti, spezzoni di filmati di repertorio: una messe di elementi che offrono la possibilità di completare un preciso quadro storico, scavando a fondonella professionalità e la vita del protagonista, tracciandone un ritratto a tutto tondo che non manca mai di colpire, affascinare, coinvolgere lo spettatore.
La durata dell’opera su Goethe, in ossequio alle esigenze televisive medie, è stata stabilita in 52 minuti, così come, per adeguarsi allo standard qualitativo richiesto da qualsiasi emittente, il supporto di ripresa sarà il 4k.
L’Opera verra proposta alle televisioni nazionali italiana e tedesca e presentata in anteprima presso l’Istituto di cultura tedesca alla presenza di personalità politiche e culturali di rilievoappartenenti ad entrambe le Nazioni.
1817. Seduto al suo scrittoio un maturo Goethe ripercorre, con la memoria, i passi che lo condussero dalla Toscana in Umbria. In una carrozza, alla volta di Perugia, si trova trova in compagnia del perugino conte Torquato Cesarei, ufficiale dell’ esercito pontificio di stanza a Bologna.
Per ingannare il tempo, nasce inevitabilmente la conversazione tra i due viaggiatori, piena di spunti curiosi, al limite del surreale…
A Perugia (dove con sollievo si separa dal compagno di viaggio) si ferma per ben due giorni ma, stranamente, nel suo diario non ci sono riferimenti di sorta alla città, tranne che per l’apprezzamento verso la sua splendida posizione, in vista lago, a cui dedica poche ma significative righe.
Sorge allora, spontanea, una domanda: perché non ha minimamente parlato del luogo in cui si è trattenuto per tutto quel tempo, delle sue magnifiche piazze, dei palazzi, di quell’impiantourbano medievale che ne fa una tra le più belle città d’Italia?…
Attraverso le testimonianze e le ipotesi di più esperti si cercherà di dipanare il “mistero Perugia”, nel tentativo di dare risposta a questo inspiegabile silenzio.
La seconda tappa è Assisi, sulla quale si diffonde, invece, in numerose considerazioni.
Le animate discussioni a sfondo religioso con il Cesarei, viziate da curiose, se non bizzarre, visioni del protestantesimo, ebbero però la spiacevole conseguenza di portarlo a trascurare le splendide costruzioni, chiese e basiliche, dedicate a S. Francesco (e sulle quali noi, al contrario, ci soffermeremo) per offrire invece rispetto ed ammirazione a S. Maria della Minerva, lodandone posizione dominante, equilibrio costruttivo, stato di conservazione, mirabile bellezza: “Non mi sarei mai saziato d’osservare la facciata e la geniale coerenza dell’artista ch’essa dimostra”.
Tutti i dettagli architettonici vengono minuziosamente descritti, analizzati, comparati con le scritture classiche create dal Palladio.
I suoi pensieri però vengono bruscamente interrotti da quattro uomini (“Quattro brutti ceffi…”) che lo circondano con fare minaccioso, chiedendogli chi fosse e cosa ci facesse in quel luogo.
L’ inverata abilità diplomatica, acquisita durante il suo ufficio di ministro a Weimar, nonché l’esborso di poche monete d’argento, lo traggono fuori dall’incresciosa situazione che stava per assumere una dimensione decisamente pericolosa.
L’ episodio diverrà un’interessante spunto per un’analisi, politica e storica, su determinati aspetti che all’epoca si riscontravano in alcuni territori in generale e su questo in particolare.
Prosegue quindi per Foligno scegliendo, inaspettatamente, di seguire a piedi la carrozza che porta i suoi bagagli, onde ammirare con calma “il quieto paesaggio”, un misto di bellezza naturale ed equilibrato intervento dell’uomo che lo affascinano.
Colà giunto, nella casa di campagna in cui ripara per la notte, si trova in compagnia di una chiassosa famiglia, il cui comportamento conviviale gli suggerisce un’interessante e sorprendente analogia con i quadri aventi a soggetto le nozze di Cana…
Nonostante palesi scomodità, trova tuttavia modo di vergare le note di quanto accadutogli in precedenza.
Il 27 Ottobre eccolo entrare a Terni, città che appare visibilmente danneggiata dal terremoto che l’aveva colpita un anno prima. Nel tragitto ebbe modo di vedere le cascate delle Marmore? Parrebbe di no, anche se ci sono dubbi ed interrogativi, alimentati da un suo disegno che verrà analizzato insieme ad esperti, al fine di comprendere i motivi della (possibile?) mancata visita ed una comparazione tra come si presentavano le cascate allora e come sono oggi.
A parte le solite lamentele sulle locande, non proprio soddisfacenti incontrate, la visita si rivela tutto sommato piacevole e, ripartendo, ha occasione di viaggiare con un prete: stavolta però i dialoghi a sfondo religioso che si dipanano, sono più precisi, cortesi e decisamente non bigotti come avvenuto con il capitano papalino.
A Spoleto viene inevitabilmente attratto, e spende parole al miele, per la bellezza ed armonia un’incantevole acquedotto che, nonostante di epoca romana, appare perfettamente funzionante.
Poco fuori dalla città la chiesetta di S. Crocefisso stimola la sua curiosità per la particolare architettura, un misto di stile classico e medievale.
Da buon figlio dell’Illuminismo e dell’Arcadia non può esimersi dal notare, con una certa attenzione, gli alberi d’ulivo: a loro ed al lavoro di raccolta dei frutti dedica parecchie righe.
Il suo viaggio prosegue a ritmi serrati, tanta è l’ansia di giungere a Roma.
Sale così a Narni, ma il buio incombente non gli consente altro che d’intravedere appena il famoso ponte d’Augusto, che scavalca il fiume Nera.
Si rifà invece, passando da Otricoli, ed ammirando il cosiddetto “Ponte Felice”, anch’esso di matrice augustea.
Ormai siamo ai confini con il Lazio e Civita Castellana incombe…
Come già indicato la docufiction su Goethe presenterà un brevissimo antefatto, dedicato alla partenza da Weimar; seguirà la consistente parte descrittiva dedicata all’ingresso nei confini territoriali, necessario per mostrare l’evolversi inarrestabile del suo desiderio di nuove scoperte ed esaminando poi in dettaglio il viaggio..
Perugia. Terni. Otricoli.
Spoleto. Foligno. Narni.
Assisi.
Di ogni tappa verranno esaminate reazioni emotive, descrizioni, incontri con la gente dei luoghi, senzazioni, tutto corroborato da immagini salienti ed originali (con punti di vista inusitati) o tratte da antichi documenti, nell’intento di rendere al meglio la particolare
atmosfera di quel periodo storico: un territorio visto attraverso gli occhi di un visitatore d’eccezione e l’impatto delle meraviglie ammirate sul suo animo, quello di uno dei più grandi geni letterari (e non solo) di tutti i tempi.
Ne verrà fuori un connubio di passato e presente, dal quale sarà più facile comprendere (oltre alla dimensione e la profondità della grandezza di Goethe) l’unicità della regione, le qualità straordinarie del suo popolo, l’ascendente che ha sempre esercitato nel mondo: una terra che ha accolto e diffuso civiltà, scrigno di preziose bellezze.
A) Mostra con illustrazioni d’epoca e con le foto di scena, relizzate durante le riprese..
B) Un convegno sulla determinante influenza di Goethe sul movimento romantico ed i suoi aspetti, artistici, politici, culturali, scientifici, spirituali, architettonici,da realizzarsi con nomi importanti delle università italiane e tedesche.
C) Concerto, in un grande Teatro a Roma (Teatro dell’Opera?) con vari brani musicali di autori romantici. (Evento itinerante da riproporre in Tour).Orchestra con 51 elementi; 2 balletti con coreografi accreditati; 6 interpreti lirici di chiara fama; grandi novità sul piano delle scenografie.
Tutti gli eventi si svolgeranno a Roma e potranno essere replicati in altre sedi che ne
facessero richiesta.
“Nell’ottica di promozione totale ed articolata del territorio regionale, aggiungendosi alla ricognizione delle unicità e molteplici bellezze presenti nella varie località, il Progetto si propone di far conoscere le innumerevoli e pregiate eccellenze enogastronomiche delle sue tante produzioni.
Proprio per venire incontro a questa primaria esigenza si è deciso di inserire in modo specifico le località toccate dal viaggio settecentesco nell’ itinerario generale del percorso italiano.
Contatti avanzati sono in corso con un Tour Operator Internazionale per strutturare un’offerta sul mercato turistico Mondiale, creando pacchetti appositamente studiati che tengano conto di tutte le possibilità offerte dalla nostra Regione.
Grazie a questa tipologia di intervento contiamo di veicolare importanti flussi turistici anche in zone normalmente ed attualmente toccate solo in modo marginale: questo a tutto vantaggio dello sviluppo economico e dell’occupazione nel settore ricettivo in tutte le sue forme.